In questo periodo della nostra storia il termine diritto è accolto con benevolenza, direi quasi dato per scontato, è scontato avere diritti, non si discute su questo, mentre il suo opposto, “dovere”, evoca immediatamente delle resistenze, una reazione di rifiuto o quanto meno di diffidenza.

È un tema questo di grande attualità, che suscita molte e differenti reazioni in noi, secondo il nostro temperamento, la nostra storia e le nostre credenze.

La nostra società occidentale, è impostata prevalentemente sui diritti e non si sente che parlare di diritti e i doveri? Una prima riflessione da farsi è che un diritto di un individuo è il dovere di un altro e viceversa: diritti e doveri sono le due facce della stessa medaglia, due termini di una dualità. Non esistono diritti senza doveri, si tratta di equilibrarli per non rendere la bilancia troppo sbilanciata da una parte o dall'altra.

Un tempo i diritti erano appannaggio di pochi e i doveri della maggioranza, quella meno privilegiata. I diritti dei forti erano i gravosi doveri della gran parte della popolazione povera e senza diritti. Occorre precisare che l'allora umanità era poco evoluta non aveva strumenti per auto-governarsi e quindi aveva bisogno di regole imposte dall'esterno. Naturalmente tali norme possono essere troppo rigide o al contrario, come vediamo oggi, lassiste, in un caso e nell'altro producono problemi, rispettivamente ribellione o mancanza di senso della responsabilità.

La storia umana è disseminata di lotte anche feroci per la conquista dei diritti sacrosanti, pensiamo alle rivoluzioni ecc. Oggi è ben radicato nella coscienza il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, e che tale riconoscimento costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace. Nella coscienza di ogni uomo è ben presente l'aspirazione all'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godono della libertà di parola, di pensiero, di culto, dal bisogno, ...

Va da sé che per ottenere questo dobbiamo lavorare tutti per estendere i diritti al maggior numero possibile di esseri umani, iniziando però con l'ottemperare i nostri doveri, anzi ampliandoli. Il dovere nasce dalle relazioni umane e indica ciò che ciascuno deve dare agli altri. Iniziamo a pensare che i diritti sono la conseguenza dell'ottemperanza dei doveri, se l'uomo non fa questo non può avere diritti. Dovere indica l'obbligo morale di agire conformemente ad una legge imposta dall'esterno o dettata dalla propria coscienza.

Alla base di tutti i doveri c'è quello di “non fare volontariamente del male all'unità più vasta di cui facciamo parte”. Abbiamo doveri verso: noi stessi, la famiglia, il gruppo, la nazione, l'umanità, i regni di natura, il pianeta ecc.

In quanto cellula di insiemi via via più vasti, nessun uomo è un'isola, ha dei precisi doveri verso quell'insieme, dall'ottemperanza dei quali discendono dei diritti.

Siamo legati gli uni agli altri in una rete di rapporti evidenti e meno evidenti. Noi siamo parte di quell'organismo unico che è appunto l'Umanità, e come tali siamo uniti da una comunanza di responsabilità. Concludiamo con le parole di Giuseppe Mazzini

“Se i vostri doveri fossero solo negativi, se consistessero cioè unicamente nel non fare il male, nel non nuocere i vostri fratelli, forse, nello stato evolutivo in cui si trovano oggi i meno educati, il richiamo della coscienza basterebbe a dirigervi. Siete nati per fare il bene e ogni qualvolta operate contro la Legge, ogni volta che voi commettete quello che gli uomini chiamano delitto, vi è qualcosa in voi che vi accusa, una voce di rimprovero che potete nascondere agli altri ma non a voi stessi”

I vostri doveri più importanti, però, sono positivi. Non basta il non fare, bisogna fare. Non basta limitarsi a non operare contro la Legge, bisogna operare secondo la Legge. Non basta non nuocere, bisogna giovare ai vostri fratelli”.